Sono bastate un paio d’ore, qualche sguardo all’insù, un breve giro in auto… e la Grande Mela ci ha conquistati! Che grande città, in tutti i sensi…
Alle 6 di mattina eravamo già in piedi, il jet leg si è fatto sentire pesantemente nonostante la stanchezza della sera prima. Arrivati a Manhattan verso le 10, siamo corsi in cerca di un posto dove fare una tradizionale colazione a base di bacon e uova. Un’ora dopo abbiamo ritirato l’auto che ci accompagnerà per l’intera durata del viaggio: una Toyota 4 Runner, con cambio automatico, niente male! Spesa extra di 600 dollari rispetto al preventivo iniziale per età inferiore ai 25 anni di uno dei guidatori (Andrea). D’altronde non posso guidare solo io… visti i 10.000 e passa km che ci attendono! Saremo quindi in 2, come previsto, ad alternarci alla guida sulle mitiche highways americane. E a proposito di strade, il traffico di NY e dintorni è a dir poco impressionante: camion enormi monopolizzano le corsie, pedoni spregiudicati passano col verde, l’arancione e il rosso, ambulanze con le sirene accese sfrecciano ovunque ogni 5 minuti e i pochi ciclisti impavidi inventano traiettorie impossibili. Nonostante questo, la sensazione che abbiamo avuto è che questa città vive in un “disordine ordinato”, un “caos armonico”, difficile da spiegare con parole diverse. Tutto ha un senso, tutto e tutti sono al posto giusto al momento giusto, incredibilmente.
Diretti verso il Madison Square Garden, siamo casualmente passati davanti al Moma (il famoso museo delle arti moderne) e non abbiamo esitato a parcheggiare l’auto ed entrare (20 dollari a testa per la visita completa). I 5 piani del museo raccolgono opere che vanno dal design (le più interessanti) alla scultura, dalla fotografia alla pittura (le più noiose, Van Gogh escluso). L’atmosfera che si respira è molto vivace, l’organizzazione perfetta. Un paio di scatti curiosi…
Dopo 2 ore di “immersione culturale” abbiamo proseguito verso il palazzo dello sport più famoso della città, se non del mondo, dove tra poche ore si sfideranno i NY Rangers e i Tampa Bay Lightning, in una partita di della regolar season di NHL (la lega professionisti hockey ghiaccio): al Madison Square Garden, domani sera, ci saremo anche noi… 3 preziosissimi biglietti sono nelle nostre mani (45 dollari a biglietto e trovarli non è per niente facile). Vi racconteremo il tutto domani.
Proseguendo il nostro tour disorganizzato, abbiamo incrociato la sede del New York Times e la foto con Dolce Vita era il minimo che potessimo fare…
Dopo una breve visita all’Empire State Building, la giornata si è conclusa a Ground Zero, il luogo sul quale sorgevano le Torri Gemelle prima dell’11 settembre 2001: attualmente l’intera zona è transennata e ci sono grandi lavori in corso per la costruzione di una nuova torre. A parte questo e a parte tutte le varie teorie e versioni su quel fatidico giorno, siamo comunque rimasti delusi da quanto visto: oltre ad una misera parete dedicata ai vigili del fuoco e agli agenti caduti, non abbiamo trovato traccia di memorie e ricordi del tragico evento che, in un modo o nell’altro, ha segnato l’America e non solo. Ci hanno sempre raccontato che gli americani sentivano ancora molto quel giorno a livello emotivo, ma l’aria che si respirava lì oggi, era di totale indifferenza. O forse, la nostra chiave di lettura è sbagliata, e la loro è semplicemente voglia di ricominciare e di andare avanti.
Per vedere New York ci servirebbe 1 mese, ma abbiamo a disposizione ancora solo 1 giorno quindi domani ci daremo dentro! Per ora è tutto, grazie ancora a chi ci sta seguendo, supportando e sta condividendo con noi questa avventura. Non immaginate quanto ci fa piacere leggere i vostri commenti!
Vi ricordiamo l’appuntamento su Radio Club 103, ogni giorno dal lunedì al venerdì, intorno alle 11.00, con le nostri voci in onda.
La frase: “We will never forget”
La canzone: “Last night di P. Diddy”