Nel giugno scorso ho ricevuto una comunicazione dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, di cui faccio parte, nella quale venivo messo al corrente che era stato aperto un procedimento disciplinare nei miei confronti.

Mi si chiedevano chiarimenti, riguardo una diretta video che avevo trasmesso sui miei canali social il 18 ottobre 2021 e il cui titolo era: “Violenza di stato a Trieste: vergogna!
In quella data infatti erano avvenuti gli sgomberi al porto di Trieste, le forze dell’ordine avevano aggredito con manganelli e idranti i portuali e i cittadini che manifestavano pacificamente e che avevano bloccato alcune zone del porto. Per difendere il loro lavoro, i loro diritti e quelli di tutti gli italiani. Le immagini avevano fatto il giro del mondo e le ricorderete tutti.

In quella diretta (ancora disponibile sul mio canale YouTube) anch’io avevo mostrato alcune di quelle immagini e soprattutto avevo inveito, insultando, i miei colleghi giornalisti del mainstream, non tutti chiaramente, ma coloro i quali avevano raccontato quei fatti in maniera completamente distorta e strumentalizzata.

Avevo ricordato tra le altre cose anche il caso del G8 di Genova, dell’assalto alla scuola Diaz e di come anche in quel caso la stampa avesse per anni raccontato falsità (a favore delle istituzioni) finché a suon di processi, denunce e indagini si era giunti, molto tempo dopo, alla verità. Ovvero che erano stati violati pesantemente i più basilari diritti umani.

Ora, come richiesto dall’Ordine dei giornalisti, ho presentato la mia Memoria difensiva entro il termine richiesto dei 30 giorni.
Probabilmente si aspettavano delle scuse, o che ritrattasi le mie dichiarazioni oppure che mi pentissi per quanto avevo detto. Invece ho preferito rincarare la dose e spiegare perché, mi scuserò solo ed eventualmente quando quei giornalisti pennivendoli, mercenari e zerbini, si scuseranno con gli italiani per aver divulgato disinformazione e vergognosa propaganda. Di queste nefandezze dovrebbe occuparsi l’ordine, altro che di qualche mio turpiloquio in diretta social.

Sono fermamente convito che insultare i mascalzoni, a ben vedere sia cosa nobile, perché significa onorare gli onesti. Dunque continuerò a farlo e pazienza se tale mio comportamento non mi permette di far parte di un ordine professionale. Forse nemmeno voglio, far parte di un ordine di questo tipo.

Detto questo, sono passati diversi mesi e non ho ancora avuto notizie dall’Ordine. Non vorrei che la pratica si sia persa o qualcuno l’abbia dimenticata in qualche cassetto. Mi tornano alla mente le parole del mio amico Giordano Bruno quando di fronte i giudici che poi lo condannarono al rogo, lui disse: “Forse avete più paura voi che emanate questa sentenza che io che la ricevo”.
Nessun paragone, ci mancherebbe altro, una semplice provocazione.

Ma il punto è che non è un tesserino, né tanto meno la presenza all’interno di un ordine, a fare di me un giornalista. Continuerò ad esserlo, sempre e comunque, indipendentemente da quanto deciderà l’Ordine dei giornalisti del Veneto.

Però è giunto l’inverno, fa freddo e di questi tempi è bene far economia. Vorrei sapere cosa farne di questo tesserino, dunque fatemi sapere.

Grazie dell’attenzione e buona giornata.