“…un Paese che considera delitto la detenzione e l’uso di droghe, magari solo marijuana, o l’essere “clandestino”, pur non avendo colpe e quasi sempre per sfuggire a condizioni di vita impossibili, uno Stato che avendo preso in custodia delle persone, è responsabile a tutti gli effetti delle loro vite e della loro salute, uno Stato che non riconosce come reato gravissimo la tortura, uno Stato che difende i forti e i potenti e non i deboli, è uno Stato che non può ritenersi civile e non può chiedere ai suoi cittadini (o sudditi?) di amare la propria patria.”
(da una lettera aperta di Giuseppe Bianzino, padre di Aldo Bianzino – fonte: Beppegrillo.it)
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