È tutta la vita che combatto la “normalità”… e adesso, quasi mi trovo a difenderla.
• Una famiglia unita e tradizionale, padre, madre e figli.
• Un lavoro umano, che possa esser svolto con passione in base alle proprie capacità e che dia il giusto ricompenso per una vita dignitosa.
• Uno stato che garantisca i servizi per i quali si pagano le tasse.
• Una politica che pensi al benessere dei cittadini.
• Un giornalismo che informi in maniera imparziale.
• Un’alimentazione basata sui prodotti sani che produce il proprio territorio.
• Un’istruzione che insegni agli studenti come pensare e non cosa pensare.
• Una sanità efficiente slegata da interessi commerciali e questioni politiche.
• Un’economia che agevoli le piccole medie imprese, il commercio, l’artigianato e l’agricoltura locale piuttosto che le multinazionali.
• Un sistema basato su valori umani, sulla collaborazione piuttosto che sulla competizione, sulla pace piuttosto che sulla guerra, sulla moderazione piuttosto che sull’esagerazione, sull’eleganza piuttosto che sulla volgarità, sul dialogo e il confronto piuttosto che sui diktat, l’arroganza e la discriminazione.
• Un governo che rispetti alla lettera la nostra Costituzione.
Ma chiedere una vita “normale”, è chiedere troppo?