Ho sbagliato, chiedo scusa.
Un paio di giorni fa sui miei canali social ho pubblicato il seguente scritto attribuito (erroneamente) a Carlos Castaneda, che inizia con le seguenti parole:

La maggior parte dell’umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente. Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturati per vivere e basta. Cosa vuol dire vivere e basta?
Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, mangiare la pizza il sabato sera, andare a vedere la partita. Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado di percepire altro. C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono “difetti di fabbricazione”: sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri.

Bene, quel testo non è di Castaneda bensì di Giovanni Cianti (nella foto in alto), sportivo, ricercatore e divulgatore indipendente (italiano, tutt’ora in vita e in ottima forma).

Il noto scrittore peruviano invece, non hai mai né pronunciato né scritto quelle parole (anche se verosimilmente potevano esser sue). Prima di pubblicare il post in questione avevo fatto delle verifiche (evidentemente troppo approssimative e veloci), cadendo in inganno soprattutto nel momento in cui avevo trovato riscontro in un post dell’attore Enrico Montesano (che ultimamente propone letture, citazioni e spunti di riflessione molto interessanti) pubblicato più di un mese fa e mai rettificato.
Colpa mia, nessuna giustificazione. Avrei dovuto verificare meglio ed è quello che farò d’ora in poi. Ho già modificato il post in questione.

Il testo a cui mi riferisco non perde alcun valore in quanto personalmente lo ritengo molto rappresentativo, indipendentemente da chi sia stato scritto, ma attribuire le parole ai loro veri autori è fondamentale (soprattutto per un giornalista). A voi tutti quindi, Giovanni Cianti in primis, vanno le mie scuse.

Non so chi originalmente abbia attribuito a Castaneda la paternità dell’opera in questione, ma è curioso come la sua intera carriera letteraria sia costellata da storie di cui ancora oggi non sappiamo se corrispondano a una realtà romanzesca o veritiera.

E’ tutto. Se potete, non crocifiggetemi.