Furono tempi bui, la notte sembrava non finire mai.
Molti di noi vissero nel terrore per lungo tempo. Altri riuscirono a mantenere la calma nonostante tutto. Altri ancora non si resero conto di nulla. La speranza però non abbandonò mai nessuno. E infatti poi tornò la luce e con lei il lento ritorno alla normalità.
Ma quel viaggio andata-ritorno negl’inferi ci lasciò qualcosa di prezioso. Ne uscimmo più forti, più consapevoli, più umani.
Imparammo a volerci un po’ più bene, ad essere meno individualisti e più empatici. Imparammo ad abbracciarci dando valore a quel gesto, fino ad allora dispensato in maniera dozzinale.
Imparammo che erano più importanti gli ospedali rispetto agli aerei da guerra, che il Ministero della Salute contava di più rispetto a quello dell’Economia e che le ultime voci del bilancio che andavano eventualmente tagliate, erano la ricerca e l’istruzione. Imparammo quanto importante fosse l’educazione civica, fino a quel momento del tutto snobbata. E che forse avremmo dovuto trovare il modo per ridurre gli stipendi dei calciatori e aumentare quelli degli infermieri.
Ma imparammo anche che è da folli pensare di risolvere i problemi con una pillola magica o un vaccino miracoloso e quanto importante fosse uno stile di vita sano, fatto di attività sportiva, alimentazione corretta e cura del nostro sistema immunitario.
Imparammo a non affidarci più a politici sciacalli né a fidarci di mass media irresponsabili. A non avere più paura del diverso, ad essere un po’ più solidali, tolleranti e comprensivi. Imparammo anche ad avere più rispetto delle altre specie animali e più cura della nostra casa, il pianeta terra.
Ma la lezione più importante di tutte fu rendersi conto di quanto fossimo fragili: imparammo così a valorizzare ogni singolo giorno della nostra vita e ad apprezzare le piccole cose, che prima davamo per scontate.
Sognare? Si può. Si deve.