È nella risposta che ognuno di noi può dare a questa domanda, la chiave della nostra esistenza. Si oppure no. Non ci sono vie di mezzo o “dipende” o “a volte”. Lo è o non lo è. Tutto il resto, sarà di conseguenza.
E nel pormi dubbi su qualsiasi cosa elogiando apertamente tale pratica, nel mio avanzare domande su tutto ciò che ci circonda spesso senza trovare risposte, nel mio cambiare idee, punti di vista, opinioni e convinzioni, in tutto questo vagabondare di pensieri, nel bel mezzo di oceani esistenziali spesso in burrasca, c’è sempre stato in me un punto fermo, una stella polare sempre pronta a indicarmi quella risposta.
Non ho mai avuto dubbi a riguardo, nemmeno per un istante, neanche quando le cose si sono messe o si mettono male, quando fantasmi e demoni mi hanno piegato e mi piegano, rischiando di spezzarmi.
La mia risposta è sempre stata “Si, l’universo è un luogo amichevole”… e tutto il resto, ma proprio tutto, è venuto da sé. Auguro a ognuno di voi la stessa fortuna e soprattutto di riuscire a cogliere il senso di tutto questo.
P.S.: A formulare tale domanda fu Albert Einstein, al termine della seconda guerra mondiale, dopo le devastazioni della bomba atomica e dei campi di concentramento. Secondo lo scienziato, se consideriamo l’universo fondamentalmente ostile saremo portati a vedere e trattare gli altri come dei nemici e ci metteremo in una situazione di conflitto, reagendo alla minima provocazione.
Se invece consideriamo l’universo fondamentalmente amichevole, saremo portati a vedere il buono di quanto accade intorno a noi e gli altri come possibili alleati, essendo così propensi a trovare soluzioni che preservano in maniera soddisfacente gli interessi di tutti.