La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza.

Questo era lo slogan contenuto nel capolavoro di George Orwell, titolato “1984” e più attuale che mai. Nel romanzo il protagonista veniva annichilito dal sistema, privato di qualsiasi emozione e forma di libertà, imponendogli un solo sentimento, ovvero la devozione allo stato. Ma lui resisteva, faceva il possibile per rimanere umano e tenere in vita l’unica cosa che lo rendeva tale, il proprio cuore.

Quello narrato da Orwell era un futuro distopico che ai tempi faceva sorridere anche solo a immaginarlo, in quanto frutto della fantasia di un bravo scrittore. Oggi non ci fa più tanto sorridere, perché ci siamo dentro fino al collo. E allora se si vuole continuare ad esistere, come esseri umani e non come automi o cyborg, bisogna anche continuare a r-esistere.
Soprattutto allo sconforto, alla rassegnazione e all’idea che non si possa più fare niente per cambiare le cose.

Oggi viviamo in una società nella quale è normale essere tristi, demoralizzati, preoccupati, succubi e in cui la maggior parte delle persone “tira a campare”. Un mondo in cui i valori più diffusi sono omologazione, competizione e ubbidienza.

Mi dispiace, non ci sto e anche oggi, oggi più mai, insisto nel dire quanto sia importante resistere. A oltranza e possibilmente …col sorriso sulle labbra.

Resisto dunque esisto.