“Dove sei finito? Perché non fai più dirette? Va tutto bene?”
Sono queste le domande che ricevo quotidianamente, solo perché in questo periodo sono meno attivo sui social rispetto al solito.
Sto leggendo. Sto scrivendo. Sto ascoltando musica. Sto viaggiando e mi sto prendendo del tempo. Per riflettere, per immaginare, per vivere. Sto semplicemente vivendo. E la vita – lo ricordo a tutti, che male non fa – è fuori da questi social (e dal metaverso in arrivo).
Rifiuto quell’ordine costituito immaginario che ha caratterizzato le nostre vite negli ultimi due anni e che da tanti è ormai accettato come “nuova normalità”. Io non lo accetto e credo che non riuscirò mai ad accettarlo. E allora sento anche il bisogno di tirarmene fuori, di prendere le distanze, a modo mio. Non sono andato a vivere in una grotta e non è questa la mia intenzione. Come non intendo sottrarmi a battaglie che ho sempre combattuto e che – sempre a modo mio – continuo tutt’ora e continuerò a combattere.
Non sono e non voglio essere un leader né tanto meno un guru o cose simili, e non perché disprezzo tali figure o chi di loro necessita, ma semplicemente perché non è la mia strada.
C’è tanta, troppa cattiveria “là fuori” in questo momento, troppe persone che sputano veleno, che puntano il dito, che giudicano, che provocano, che creano divisioni, che pensano di avere la verità in tasca e non accettano alcuna idea o pensiero diverso dal loro. Da una parte e dell’altra.
È giusto che ognuno faccia ciò che crede meglio. Io ora ho bisogno del mio tempo, del mio spazio e del mio silenzio. Ho bisogno e voglio concentrarmi su energie positive, di lasciar andare tutto il resto e guardare nuovi orizzonti.
Alla fine, come ho già detto più volte, io penso che sia sempre e solo questione di scelte. E questa ora è la mia.