Ieri mi hanno rubato la bicicletta. Riformulo: ieri mi sono fatto rubare la bicicletta.
La sostanza non cambia.

Non me l’aspettavo, sono rimasto sorpreso. È brutto quando ci viene rubato qualcosa. Ci si sente violati, fragili, impotenti. Si perde fiducia. E si percepisce un senso di ingiustizia che contamina tutto ciò che ci circonda. È comprensibile, legittimo, ma sbagliato.

Così mi sono fermato un attimo a riflettere, su come avrei reagito a quell’episodio, prima di fare qualsiasi cosa. E ho deciso di non arrabbiarmi, di non lasciare spazio a odio, rassegnazione, collera, ira e sentimenti simili. Perché so che tutta quella roba è veleno e non ha alcun senso alimentarlo dentro di noi.

Ho pensato “Cavolo! Mi sono già fatto rubare la bici, non lascerò certo che mi rubino anche il buon umore.” E sapete una cosa… ci sono riuscito. Mi sono incamminato verso la mia meta, senza bicicletta ma ancora con il sorriso sulle labbra, pensando solo a quanto “mona” ero stato a lasciare il mio mezzo incustodito (anche se solo per qualche minuto).

A fine giornata quell’episodio spiacevole mi ha anche regalato dei pensieri positivi: non era la prima volta che subivo un furto (e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima) ma in passato la cosa mi aveva turbato e rovinato più di una giornata. Questa volta è stato diverso perché sono riuscito a rimanere sereno e lucido, nonostante tutto. E questa consapevolezza vale più di qualsiasi bicicletta.

Non possiamo avere il controllo su tutto quello che succede, a noi e intorno a noi. Ma possiamo sempre decidere come reagire. E questo fa la differenza.