Non sono mai stato politicamente corretto né ho mai avuto peli sulla lingua. So bene che le mie posizioni spesso sono discutibili e ne accetto naturalmente le conseguenze, così come mi assumo tutte le responsabilità delle mie parole e delle mie azioni.
Sono contrario alla violenza, agli scontri fisici e alle guerre. Ma sono anche convinto che “la pazienza dei popoli sia l’abbeveratoio dei tiranni” e che ci sia un limite oltre il quale sia necessario reagire per difendersi e non sopperire. Ecco, credo che quel limite per tante persone sia molto vicino e per alcune sia già stato raggiunto.
Questo il mio intervento a Roma di qualche giorno fa, all’evento “Primum non nocere” del 4 Settembre 2021.
Viva la pace e la libertà. Sempre.
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Un anno e mezzo fa la nostra vita è cambiata. L’umanità è entrata in guerra contro un virus. Ma in questo anno e mezzo è successa una cosa strana. Quella che doveva essere una guerra contro la pandemia per proteggere le persone, a me pare sia diventata una guerra contro le persone per proteggere la pandemia.
E allora… cos’è successo in questo anno e mezzo? Io ho provato a tirare una linea, a riavvolgere il nastro. Sapete che da amante del beneficio del dubbio e del pensiero critico, anch’io continuo a mettere in discussione le mie convinzioni. Mi domando, ma sarà giusto quello che stiamo pensando? Avranno ragione gli altri?
Così ho provato ad analizzare i fatti in maniera imparziale, come secondo me un giornalista dovrebbe fare di tanto in tanto. E mi sono segnato, ripartendo da zero, un paio di cose che ho visto in questo anno e mezzo che voglio condividere con voi.
Ho visto la gente ripetere per mesi, come un mantra, una frase: “Andrà tutto bene”. Una frase che da subito è piaciuta molto ai mass media, che infatti hanno ripreso, riproposto e fatto vedere in tutte le salse, mentre il governo iniziava a ripetere un’altra frase, ovvero: “Ancora due settimane”. Vi ricordate?
“Ancora due settimane… stringiamo i denti, facciamo sacrifici, restiamo chiusi in casa ancora due settimane”.
Ecco, da allora sono passate 72 settimane e la fuori c’è ancora qualcuno che continua a ripetersi che andrà tutto bene e che mancano ancora due settimane…
Non credete sia un po’ ingenuo?
Ho visto per la prima volta nella storia una pandemia di asintomatici. Ma cazzo! No, perché parliamo di un virus (di cui personalmente non ho mai negato l’esistenza e continuerò a sottolinearlo fino allo sfinimento) che, non sempre, ma nella stragrande maggioranza dei casi, per accorgerti di averlo devi farti un test.
E se per caso scaturisce dei sintomi, le autorità ci dicono di affrontarlo aspettando ed eventualmente prendendo una Tachipirina (l’ormai noto protocollo vigile attesa e Paracetamolo). Capite che c’è qualcosa che non va?!
Ma questo virus ha riempito gli ospedali. Ho visto gli ospedali riempirsi a causa di questo virus. Alt! Gli ospedali li ha riempiti un virus o decenni di tagli alla sanità?!
Poi ho visto dei dottori, dei medici, degli uomini di scienza, alzare la mano a un certo punto e dire: “abbiamo delle cure efficaci”. Cure che avrebbero potuto aiutare il governo soprattutto a svuotare quegli ospedali perché si trattava di cure domiciliari.
Ma ho visto il mio governo ignorarle e ostacolarle. E ad oggi, senza dirci il perché. Perché?!
Avere una risposta a questa domanda dovrebbe essere un diritto e una pretesa di qualunque cittadino italiano, anche di coloro che hanno scelto di vaccinarsi o di aderire al green pass. Come fate a non porvi questa domanda? Come fate a non porla alle autorità? Dove sono i miei colleghi? Perché non ce n’è uno a livello nazionale che ponga questa domanda al ministro Speranza?
Ho visto che le istituzioni, andate in caos da subito, hanno avuto dal giorno zero un’unica grande certezza, granitica: che da questa pandemia ne saremmo usciti solo con il vaccino. Questo l’hanno sempre saputo, non sapevano nient’altro, ma avevano questa sicurezza.
E poi ho visto il vaccino arrivare, in pompa magna. Wow! Ve lo ricordate? Scortato. Come la manna dal cielo, il miracolo della scienza. Così prezioso, da dover conservare a -80 gradi. E poi ho visto lo stesso vaccino qualche mese dopo, somministrato in spiaggia sotto il sole, tra un gelato gratuito e un omaggio in pizzeria.
Ho visto una stampa già non particolarmente brillante né imparziale, uniformarsi totalmente e diventare di fatto zerbino, megafono e ufficio stampa di governi e multinazionali. Quello che i media fanno in Italia da un anno e mezzo, non è giornalismo, bensì propaganda ed è un’altra cosa.
Ho visto un’intera nazione, i suoi cittadini, i suoi intellettuali, i suoi artisti, dimenticarsi un concetto universale e senza tempo riassunto alla perfezione in un passaggio di una nota canzone: “Certo, bisogna farne di strada… per diventare così coglioni, da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”.
Fabrizio De Andrè, 1973, il più grande cantautore italiano.
Improvvisamente invece, nell’ultimo anno i poteri sono diventati buoni: i politici, i filantropi… tutti dalla nostra parte, a pensare per il nostro bene.
Ho visto un popolo spaventato, mettersi a novanta, accettare qualsiasi cosa. Anche di perdere diritti e libertà in nome di una finta e momentanea sicurezza. Questo è quello che ho visto in un anno e mezzo.
Ora, dopo un anno e mezzo di tutto questo, c’è qualcuno che sta iniziando a perdere la pazienza. Ed ecco che si parla di violenza, si parla di aggressioni, qualcuno addirittura di terrorismo. Il fatto è che, secondo me, c’è un limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù. E va bene fino a un certo punto, ma poi è bene ricordare anche che la pazienza dei popoli è la mangiatoia dei tiranni.
Ora sarò particolarmente politicamente scorretto, ma credo sia necessario esserlo, giunti a questo punto. Dopo un anno e mezzo di insulti, di vessazioni, di abusi di potere, di ricatti, di minacce, subite da decine di milioni di italiani, quella violenza su cui oggi si punta il dito, signori miei, per quanto mi riguarda, si chiama legittima difesa.
Continuano a far finta di niente, ignorano queste piazze così come qualsiasi protesta pacifica e civile. Il dissenso non è contemplato. Continuano a non ascoltare, a negare il dialogo e il confronto: da un anno e mezzo non chiediamo altro che dialogo e confronto. Loro lo negano, fanno spallucce e vanno avanti a tasta bassa. Ma la democrazia non funziona così!
Ora vogliono metter le mani su qualcosa che gli avevamo detto di stare alla larga. L’avevamo detto chiaramente. Vogliono mettere le mani sui nostri figli. Bene, questo è il punto di rottura.
Non lamentatevi se d’ora in poi ci saranno azioni di legittima difesa. Perché chi semina vento, raccoglie tempesta.
Nel frattempo rimaniamo umani. Continuiamo a coltivare il beneficio del dubbio, la disobbedienza civile, continuiamo a restare calmi, centrati, lucidi… ma su con le antenne e pronti a tirar fuori le unghie.
Grazie di cuore per l’attenzione e avanti tutta.