Sto scoprendo una cosa interessante. Che magari per molti di voi è scontata e allora sarò particolarmente ingenuo io. Può essere.

Noto però che utilizzare i social per parlare di dialogo, di tolleranza, di diplomazia o di pace, non funziona. Anzi, è addirittura controproducente. Si perché non si fanno contenti né gli uni né gli altri. Tentare, anche qui ingenuamente, di proporre contenuti che in qualche modo provino ad avvicinare chi la pensa in maniera diversa, chi fa parte di fazioni opposte e chi si disprezza reciprocamente, pare essere una causa persa e fallimentare.

Oggi, in questa società, paga molto di più a livello di numeri, consenso e popolarità, promuovere l’odio, la rabbia, l’orgoglio e in generale qualsiasi cosa che allontani ancora di più gli schieramenti in campo, qualsiasi sia l’argomento. Alimentare il famoso espediente latino “Divide et impera” che da duemila anni permette alle élite di soggiogare i popoli del mondo, provocando rivalità e fomentando discordie, evidentemente è quello che bisognerebbe fare per raccogliere applausi, like, follower e fama.

E anche sto giro dunque, casco male… perché non fa per me.

Oltre che ingenuo, sarò anche un illuso, per alcuni detestabile, riprovevole e le peggio cose… d’altronde mi vedranno come nemico sia coloro schierati a destra sia coloro schierati a sinistra, sia chi parteggia per il bianco sia chi per il nero. Pazienza.

Continuerò, nel mio piccolo, ben sapendo che è cosa impopolare e anche di fronte a situazioni in cui sembra impossibile, a promuovere e prediligere l’incontro piuttosto che lo scontro e soprattutto a costruire ponti piuttosto che muri.