Questo paese è diventato una barzelletta.

Ora sta succedendo questo: il governo ha disposto 5 giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. 5 giorni, non era mai successo. È una decisione senza precedenti nella storia della Repubblica italiana: mai prima d’ora per la morte di un papa si era proclamato un cordoglio così lungo. Di norma è sempre stato di due o tre giorni al massimo.

E perché allora questa decisione? Perché domani è il 25 aprile, Festa della Liberazione ed essendoci al momento al potere un governo di destra a cui tale ricorrenza non sta particolarmente a cuore né simpatica, ecco che con il prolungamento forzato del lutto nazionale si ridimensiona drasticamente l’evento, tante che il governo stesso ha esplicitamente invitato «a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza». Della serie meno si parla di sta cosa meglio è… manco si festeggiasse la sagra della polpetta, in realtà parliamo della vittoria della Resistenza Italiana sul nazifascismo. Cosa che dovrebbero festeggiare anche i sassi.

Ma aspettate perché in tutto questo c’è un paradosso di dimensioni colossali: Papa Francesco, solo il giorno prima di morire aveva pronunciato una frase inequivocabile ovvero “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo!“
Senza un vero disarmo.
E ora gli stessi che qualche settimana fa hanno votato a favore del piano di riarmo europeo, oggi impongono 5 giorni di lutto nazionale per colui che si è detto contrario alla loro politica guerrafondaia.

Ma non è tutto! Lo stesso Papa, solo qualche mese fa, a novembre, aveva chiesto pubblicamente di indagare se a Gaza fosse in corso un genocidio. Testuali parole. Appello totalmente ignorato soprattutto dall’attuale governo, che al contrario, continua a tacere sul massacro palestinese e appoggiare incondizionatamente il criminale di guerra Netanyahu.

Qui siamo oltre l’ipocrisia, questo è sciacallaggio istituzionalizzato. È teatro del macabro, con attori in giacca e cravatta che recitano lutti a comando, manipolano simboli, silenziano la memoria storica e sputano sulla coerenza pur di pilotare l’opinione pubblica come una mandria addormentata.

Ci stanno rubando tutto: la verità, la dignità, la storia. E la cosa più grave è che molti là fuori, nemmeno se ne accorgono.

Provo vergogna, imbarazzo e disprezzo totale, sia per una classe politica diventata cloaca fatiscente che per un popolo succube, passivo, invertebrato.

Questo paese è diventato una barzelletta, il problema è che non fa ridere.