Ogni anno sono mille e duecento i caduti sul lavoro. E mai che una prevista manifestazione di carattere nazionale venga rinviata. Quando a morire sul lavoro, però, sono dei soldati, allora tutto si ferma. Comprese le pubbliche rivendicazioni di libertà. E alla Politica viene messa la museruola. Morti bianche di serie A e morti bianche di serie B.
Ovviamente non sono i sei militari uccisi a Kabul i responsabili di tale oscena cernita: il cordoglio se lo meritano tutto, e alle loro famiglie sono doverosi i gesti di solidarietà. Responsabile è invece quella fuffa retorica che se ne sta sempre lì in agguato, pronta a colpire quando altri già hanno mirato e abbattuto. Soldati uccisi due volte; lavoratori sacrificati ai miasmi di un’ipocrisia che soffoca la Democrazia.
(fonte: http://danielesensi.blogspot.com)