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Il 24 luglio 2014 su Montagna.tv viene pubblicato questo articolo a firma Agostino Da Polenza: Bonatti e il K2, quando i numeri fanno la differenza

L’articolo in breve tempo riceve una serie di commenti negativi, tra cui quello di Danilo:

Non sono assolutamente d’accordo. Penso che l’abbandono di Bonatti e Mahdi da parte dei compagni getti un’ombra indelebile su questa spedizione e ne ridimensioni parecchio la grandezza.
Non e’ una questione di quote e numeri, ma del fatto che i due alpinisti della squadra di vetta non abbiamo aiutato i compagni in difficolta’, malgrado ne avessero sentito i richiami.
Questo comportamento stride enormemente con l’impresa di Houston e compagni l’anno precedente, che hanno rischiato la propria vita per aiutare Gilkey, pur sapendolo ormai spacciato. Secondo il mio umile parere, per cifra morale, gli americani avrebbero meritato la vetta assai di piu’.”

Inserisco anch’io questo commento:

“Sono d’accordo con Danilo quando scrive che il triste episodio di cui tutti siamo a conoscenza abbia ridimensionato notevolmente l’impresa. Di inaccettabile e indecente, caro Agostino, non è quello che c’è scritto nei libri di Bonatti ma il trattamento riservato a quest’ultimo durante quella storica spedizione e nei 30anni successivi. E siete ancora qui a provare a gettargli fango addosso! Da non crederci.”

A quel punto il sig. Da Polenza decide di replicare ai vari commenti inserendone uno a sua volta (riporto pari pari, compresi gli errori grammaticali):

“È splendido che ci sia gente disposta a indignarsi ad arrabbiarsi per difendere Bonatti. Sapete cosa mi è capitato l’altro giorno qui al bese del K2? Un giovane alpinista greco e un suo compagno sono entrati nella mia tenda. Avevo sul tavolo una decina di libri che leggo da anni, ripetutamente. “Processo al k2″, ma ancora prima “Le Mie Montagne” e “I giorni Grandi”, ho portato con me anche il libro ufficiale del K2 e il Libro Bianco scritto da Desio, e poi “K2 una storia Finita” di Zanzi, “tutti gli uomini del K2 di Mirella Tenderini, ma anche “k2 La Veritá” di Bonatti, infine due libri che poco hanno a che fare con il K2 alpinistico ma sono splendidi “La grande avventura” di Stefano Ardito e “Il paese delle donne dai molti mariti” di Tucci. La copertina evidente attira le dita affusolate del giovane greco che ha preso in mano “K2 la veritá”. Se l’è guardato con interesse e poi mi ha chiesto se conoscevo Bonatti: “a great hero, but so much discussed”. Rimango esterefatto. Ma come? Bonatti un eroe molto discusso? Anche il suo compagno assentisce scutendo il testone ustionato dal sole. Eppure il giovane greco é un buon alpinista, un climatologo, lavora e frequenta le montagne italiane. É uno che legge, che dovrebbe conoscere. Ma come? Bonatti era per l’alpinismo l’incarnazione del detto “memo profeta in patria”. Da giovane quando lo frequentavo l’ho spesso sentito lamentrsi del trattamento in Italia dei giornalisti, degli alpinisti, dei montanari, di intere comunitá e categorie. All’estero invece era davvero ritenuto un’eroe dello sport, dell’alpinismo della vita. Gli attribuivano la legion d’onore.Ades so dopo quattro edizioni di processi al K2, e le appassionate e un poco integralistiche quando non interessate difese dei suoi molti estimatori, all’estero lo ritengono “un eroe molto discusso”. Sono sconcertato. In Italia invece se pronunci il suo nome, ora, rischi che qualcuno ti dica che devi vergognati. Stiamo ancora decifrando le imprese di Alessandro il Grande, di Cesare e Napoleone e non possiamo con passione e rispetto occuparci del K2 e di Bonatti. Ma va la! Ma avete letto l’articolo di Bizzaro su Repubblica dell’altro ieri? Lui è sempre stato Bonattiano doc. Dice che Lacedelli e Compagnoni l’ossigeno nelle bombole avrebbero potuto per davvero averlo finito prima della vetta. Che Bonatti avrebbe sbagliato ad accusarli di mentire. Lo ha scoperto un documentarista inglese. Pensate un pò.”

Questo nuovo commento scatena una nuova reazione degli utenti, ancora più critici di prima. Anch’io scrivo nuovamente:

“Agostino non prendiamoci in giro. E’ risaputo che Compagnoni e Lacedelli nella versione ufficiale sostennero di aver finito l’ossigeno 2 ore prima di arrivare in vetta, e solo nel 2004 Lacedelli ritrattò ammettendo di averlo usato fino in cima. Questi sono fatti, non opinioni. Che i due abbiamo mentito spudoratamente su questo e altri particolari, è cosa certa e comprovata. Non lo dico io, ma tutti quei libri che lei continua a leggere e rileggere. E nonostante questo continua ad ignorare particolari così rilevanti? Dai su.
L’articolo di Bizzaro è solo un finto scoop per il lancio di un nuovo libro, e anche questo lei lo sa bene. Nessuno qui vuole eleggere Bonatti a santo, ma siamo semplicemente stufi di leggere ancora, a distanza di anni, articoli (come il suo) che non fanno altro che alimentare polemiche e discussioni finite da un pezzo.”

Il giorno seguente Da Polenza mi risponde direttamente così:

“Ma caro Matteo, perché non si prende un paio di mesi per salire il K2. È un’esperienza esaltante e totalizzante. A volte serve anche a schiarire le idee. Ma suppongo lei le idee le abbia perfettamente chiare. Se però ci pensa mi faccia sapere, la seguirò con interesse.”

Risposta simile alle altre che lui stesso da ad altri utenti, che come me avevano (tutti) commentato negativamente il suo intervento (sono visibili nell’articolo linkato). Naturalmente io come gli altri, rispondo al commento inserendone uno nuovo ma qui scatta la censura di Montagna.tv, che decide di non pubblicare più alcun commento a riguardo. L’ultima parola quindi, ce l’ha Da Polenza. Così è stato deciso e imposto.

Di seguito il mio ultimo commento in risposta a Da Polenza (non pubblicato da Montagna.tv):

“Con questa risposta, dimostra ancora una volta, supponenza, presunzione e totale incapacità a sostenere un confronto dialettico che si basa sui fatti e non sulle visioni personali. Ha completamente sviato le questioni da me poste replicando con una cosa che non c’entra assolutamente nulla: lei ha il coraggio di sostenere che per discutere di montagna, bisogna essere alpinisti d’alta quota. Ma si rende conto? Non credo. Per lo stesso motivo dovrebbe dire a qualsiasi storico o studioso di non esprimersi sui fatti del passato, visto che non li ha vissuti. Siamo al ridicolo. Detto questo caro Agostino, i molti commenti negativi al suo articolo presenti in questa pagina (tutti unanimi tra l’altro), parlano chiaro. Mi sa che le idee dovrebbe schiarirsele lei, ma la vedo dura, visto che nemmeno salire il K2 le è servito. Continui pure a scrivere ciò che vuole: continueremo a contestarla, per mantenere alto il rispetto e la memoria di quegli Uomini e alpinisti che stimiamo infinitamente.”

Pessima figuraccia di Montagna.tv. Ho contattato la redazione del sito via email ricevendo risposte approssimative sulla volontà di moderare la discussione evitando lunghi botta e risposta.
Per lavoro gestisco community online da diversi anni quindi conosco bene i meccanismi che le regolano: il ruolo di amministratori e moderatori è quello di garantire un dialogo e un confronto civile, permettendo a tutti di esprimere le proprie opinioni (fin tanto che non si sfoci in insulti e ingiurie). Il sistema dei commenti serve proprio a questo e “tappare la bocca” a un utente nel bel mezzo della discussione è cosa da non fare mai e che equivale appunto alla censura.

Anche questo post naturalmente ha i commenti aperti quindi chiunque potrà eventualmente intervenire inserendo la propria opinione, senza il timore di esser censurati improvvisamente.

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bombole ossigeno k2Approfitto infine di questo post per commentare un altro fatto accaduto di recente e sempre legato all’argomento K2.
La scorsa settimana La Repubblica ha pubblicato questo articolo a firma di Leonardo BizzaroK2, la verità 60 anni dopo: “Compagnoni e Lacedelli erano a corto di ossigeno”.

Bene, ecco a voi un NON-notizia. Si è cercato solo un finto-scoop per il lancio di un nuovo libro in uscita, tutto qui. Bisognerebbe evitare articoli così sensazionalistici su un dettaglio assolutamente irrilevante. E’ risaputo che Compagnoni e Lacedelli mentirono fin dall’inizio riguardo l’ossigeno dicendo che l’avevano finito 2 ore prima di raggiungere la vetta: nel 2004 Lacedelli confessò di averlo usato fino in cima. Il colore delle bombole non fa alcuna differenza.

Onore a Bonatti per sempre, solo lui ha raccontato la verità in quella triste e contemporaneamente trionfale salita. Peccato che l’articolo in questione non sia commentabile (ma non c’è da stupirsi) altrimenti si potrebbero leggere sicuramente decine di commenti che smentiscono questa finta rivelazione. Smentita che è arrivata comunque puntuale qualche giorno dopo su La Gazzetta dello Sport con un breve ma preciso articolo di Reinhold Messner che riporto di seguito.

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