Israele sta scrivendo una delle pagine più nere della storia dell’umanità. E molti lì fuori, è evidente, non se ne stanno minimamente rendendo conto. Ma ci siete o ci fate?

La conta dei decessi ha superato i 30mila morti, di cui 12mila bambini e 8mila donne. Giorno dopo giorno, aumentano gli atti di disumanità a cui assistiamo. A Gaza la fame è usata come strumento di guerra. Gli israeliani organizzano feste con bambini e musica per ostacolare il passaggio dei tir che trasportano aiuti umanitari. L’esercito israeliano pubblica video in cui vengono distrutte le provviste destinate alla Palestina, con canzoni allegre in sottofondo (video). E dopo averli portati alla fame e alla disperazione, l’altro ieri le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una folla di civili ammassati per ricevere provviste di prima necessità, causando almeno 100 morti e oltre 700 feriti.

La reazione del Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è stata un post in cui dice che… “è urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti”. Cioè secondo lei i colpevoli della strage dovrebbero accertare la dinamica dei fatti. Ma dove cazzo trovano il coraggio per dire certe cose?!

Nel frattempo l’Italia continua a vendere armi a Tel Aviv, l’Europa continua a dargli pieno supporto e gli Stati Uniti d’America fanno di più, continuando a bloccare le risoluzioni Onu per un cessate il fuoco. Devo trattenere il vomito mentre lo scrivo.

La scorsa settimana a Washington un soldato americano di 25 anni si è dato fuoco di fronte all’ambasciata israeliana urlando “Non sarò più complice del genocidio”. È morto in ospedale qualche ora dopo.

Tranne sporadici casi isolati e che rimangono tali, l’indifferenza e il silenzio di fronte a questa carneficina continuano a regnare sovrani. E i mass media come al solito continuano il loro lavoro sporco fatto di propaganda, distrazioni di massa, notizie distorte o del tutto ignorate.

Concludo da dove ho iniziato, ribadendo che Israele sta scrivendo una delle pagine più nere della storia dell’umanità. Io ne sono testimone e la mia coscienza prima della mia professione, mi impone di parlarne, di provare nel mio piccolo a smuovere altre coscienze, di informare coloro i quali vogliono ancora essere informati.

A chi mi chiede, come faccio a parlare ogni giorno di quello che succede a Gaza, rispondo… come fate voi, a non parlare ogni giorno di quello che succede a Gaza.