Oggi sempre più persone s’informano sul web illudendosi così di essere immuni alla disinformazione. Ma i siti di notizie più visitati sono quelli dei principali quotidiani e network televisivi. Dunque siamo punto a capo.

Negli ultimi anni inoltre sono nate una serie di realtà più o meno indipendenti ma che comunque quasi sempre fanno capo a volti noti del mainstream o a qualche investitore ammanicato con la politica o l’alta finanza.
Infine ci sono altri progetti emergenti che utilizzano soprattutto i social e strizzano l’occhio alle nuove generazioni: si presentano come innovativi e spesso effettivamente propongono i loro contenuti in maniera interessante, peccato che poi la sostanza non cambi di una virgola. Non a caso a me pare ci siano in giro molti più ragazzini rincoglioniti che cinquantenni e oltre che essere ipnotizzati sono anche presuntuosi. Mix letale!

Così il panorama dei media è all’apparenza variegato ma in realtà estremamente piatto e uniforme. Tutti perfettamente allineati, tutti politicamente corretti, tutti sempre pronti a sostenere élite e istituzioni con la loro propaganda più o meno esplicita, tutti particolarmente attenti a non pestarsi mai i piedi tra loro.
Un grande megafono, che va dalla televisione ai quotidiani, dalle radio ai podcast, dai siti web ai canali social e che diffonde 24 ore su 24 ininterrottamente quel pensiero unico occidentale che ci spacciano come verità assoluta e indiscutibile.

La pluralità d’opinione, il giornalismo indipendente e la stampa libera, sono altra cosa.

Resistere oggi significa anche restare lucidi di fronte a queste potentissime armi di distrazione di massa, mettere in discussione tutto ciò che ci viene raccontato e continuare con ostinazione a coltivare pensiero critico.