Alcune sere capita che quando vado a letto, nonostante la stanchezza, faccia fatica ad addormentarmi. Mi giro nel letto centinaia di volte, cambio posizione ogni due minuti, accendo la luce, leggo un po’, ma poco dopo abbandono la lettura perché in fondo sono stanco. Miliardi di pensieri che mi bombardano, schegge impazzite che non trovano pace, visioni, luci, suoni e colori. Idee, ricordi, voci e fantasmi che mi tengono sveglio. Mi sembra quasi d’impazzire, in quel momento la mia testa è un incrocio di Bombay nell’ora di punta, il cortile di un asilo a ricreazione. E quando finalmente mi sto per addormentare, penso per un attimo al fatto che mi sto addormentando… e torno sveglio! Zanzare che fanno il rumore di un elicottero. Cani che abbiano dall’altra parte della città, mi sembrano attaccati all’orecchio. Il silenzio suona, il buio splende… e più mi concentro per dormire e più la mia notte si consuma insonne.
Poi un momento di tregua, di pace, in cui mi calmo e richiudo gli occhi. E allora stringo i pugni, tengo fermo il respiro e sto ad ascoltare…
Sono suoni lontani, versi di gabbiani, in un mare lento che va e che viene. Flauti ancestrali, caldi e rassicuranti. I pensieri diventano leggeri, si confondono tra loro. I colori si trasformano in un’unica grande macchia. I rumori diventano silenzi impercettibili.
E’ il momento in cui ci si addormenta… e in quel momento, in quella frazione di secondo, sono veramente felice… Perché sono ad un passo dal burrone, la cui discesa però sarà un volo e non una caduta. E’ un qualcosa di miracoloso. Sono felice perché mi rendo conto che di lì a breve dormirò profondamente, che sognerò e soprattutto che domani mi alzerò fresco, nuovo, coi pensieri ordinati e puliti, col sole che brilla e la testa lucida. Il domani è splendido. Sempre.