Ho lasciato passare qualche giorno prima di “dire la mia” sulla dipartita della Regina inglese. Non che l’argomento fosse di mio interesse ma in molti mi avete chiesto un parere e quando certe notizie diventano così “invadenti”, cariche di luoghi comuni, di esagerazioni e ipocrisia, allora qualcosa devo dirla. Se poi il coro (di politica e mass media) è unanime, tanto per cambiare, sento proprio il bisogno di esternare il mio dissenso e proporre qualche riflessione lontana dal pensiero unico.

In questo caso l’ha già fatto meglio di quanto avrei potuto fare io, Nicolò Govoni, un instancabile attivista che da tempo si batte per i diritti umani e che è a stretto contatto con chi quotidianamente subisce le decisioni e i capricci dei governanti occidentali. Nessuno quindi meglio di lui può portare una testimonianza diretta sulla questione, con una giusta spolveratina sul passato (che troppo spesso dimentichiamo o non conosciamo affatto). Sottoscrivo anche le virgole e ringrazio Nicolò per il suo impegno.

“Credo fermamente che la vita umana, e così la sua fine, meriti rispetto, proprio in quanto umana. Ma la morte non dovrebbe rendere nessuno intoccabile, neanche i sovrani. Soprattutto i sovrani. Questa è una foto della Regina Elisabetta ad Aden, nel 1954. Negli anni a seguire la Corona ha governato il Sud dello Yemen, al tempo una colonia britannica, deportando e uccidendo oltre 200.000 yemeniti per soffocare i moti indipendentisti. Al contempo, in Kenya, l’impero creava veri e propri campi di concentramento per estinguere la ribellione dei Mau-Mau. Pochi anni dopo, in Nigeria, partecipava al genocidio/olocausto di oltre 3.000.000 di loro, così da impedire l’indipendenza del Biafra e proteggere i propri interessi petroliferi nella regione. Al contempo, come se non bastasse, tramite l’Operazione Legacy distruggeva per sempre le prove dei propri crimini coloniali, e in Canada approvava l’istituzione di scuole residenziali colpevoli di aver indottrinato, abusato e assassinato centinaia di bambini indigeni negli anni. Per completare il tutto, la Corona ha bandito la presenza di lavoratori appartenenti a minoranze etniche a Buckingham Palace fino alla fine degli anni ’60.

Anche questo è il lascito della Regina Elisabetta. Un lascito di violenza coloniale e saccheggio, di segregazione razziale e di razzismo istituzionalizzato. Ed è per questo che, mentre il mondo intero celebra e osanna il sangue blu, è di un altro sangue, quello rosso, che voglio fare memoria: il sangue delle vittime.

Per favore ricorda che la Regina Elisabetta non è stata un residuo del colonialismo. Ne è stata parte attiva.”