“Sono fili che ci reggono, fili che ci strangolano, come ragnatele corrono fra te e me. Sono fili che sottendono parole in equilibrio instabile, come tante ballerine tra le nuvole. Fili elastici ci uniscono e più ci allontaniamo più ci attraggono, elettroni intorno a un nucleo s’incrociano soltanto per un attimo e con un fil di voce si sussurrano qualcosa e poi ripartono. Fili della tela di Penelope tessuti e poi disfatti io e te, distanti come i capi di una corda che le nostre dita pizzicano e vibra come un organo di note silenziose ad ogni battito.. tic tac.. Oscilliamo come un pendolo.. Burattini appesi a fili che le nostre mani tirano, che si annodano e a volte sfuggono.. Fili d’erba calpestati che a fatica si rialzano..

E un giorno taglieremo insieme il filo del traguardo e resteremo finalmente senza fili tra di noi.. Guinzagli d’aquiloni insofferenti che strattonano, per liberarsi e perdersi e rincorrersi nel vento..

(Frankie Hi Nrg – La morte dei miracoli – 1997)