Non prendetevela se a volte pubblichiamo articoli o post sui social che non sono in linea con le vostre idee. Il nostro ruolo (e obiettivo) è anche questo: offrire spunti di riflessione, occasioni di confronto, dibattito e discussione.
Certo, ogni tanto sbagliamo anche noi, può succedere e non abbiamo problemi ad ammetterlo ma in un’epoca in cui i media sono sempre più zerbini di politicanti e multinazionali alla ricerca del click facile o al soldo di sponsor e finanziatori vari, noi ci teniamo ben stretta la nostra totale indipendenza a costo di sembrare a volte antipatici.
Non siamo mai scesi a compromessi con nessuno e non cerchiamo consenso. Da sempre invece diamo spazio a voci diverse, raccogliamo punti di vista anche opposti tra loro, per offrire una moltitudine di opinioni sui temi trattati.
Nemmeno noi siamo sempre d’accordo con i contenuti dei nostri autori o delle persone che intervistiamo ma tutto ciò che pubblichiamo lo riteniamo meritevole di attenzione soprattutto se è in grado di mettere in discussione le nostre convinzioni.
“Il massimo segno dell’intelligenza è il dubbio“, sosteneva un premio nobel per la letteratura del secolo scorso.
Ecco perché sarebbe il caso di utilizzare meno punti esclamativi e più punti interrogativi, forse.