È arrivato il momento di andare oltre le parole e la teoria. Di andare oltre la delusione, la tristezza, la rassegnazione e le incazzature. È arrivato il momento di guardarsi allo specchio e fare i conti con sé stessi una volta per tutte, per decidere se vogliamo essere padroni del nostro destino o burattini nelle mani di quattro miserevoli ciarlatani (che presto o tardi dovranno anche rispondere dei crimini e degli illeciti che stanno commettendo).

Ognuno di noi ha la propria storia, ognuno di noi la propria sfida da affrontare.
Per alcuni è arrivato il momento di lasciare un posto di lavoro sicuro e di reinventarsi. Per altri di mollare l’università e magari partire, con uno zaino in spalla da riempire con esperienze che valgono più di qualsiasi laurea. O semplicemente di prendersi un anno di pausa da dedicare alla crescita personale, ai propri interessi e le proprie passioni. Per altri ancora è arrivato il momento di ritirare i propri figli da scuola se necessario e aprire associazioni culturali, asili nel bosco, scuole parentali. Di chiudere rapporti personali decennali e voltare pagina.
È il momento di rimboccarsi le maniche per creare nuovi spazi di aggregazione, di socialità, di scambio, di cultura e dialogo. Di ricostruire quelle piccole comunità locali che il progresso ha raso al suolo. È il momento di evitare il più possibile i supermercati, i ristoranti, gli spettacoli e tutte quelle attività che accettano la “nuova normalità” e quindi ne sono complici. Largo ai gruppi di acquisto solidale, agli orti urbani, alle reti di solidarietà, alle cene tra amici, ai circoli privati e agli eco-villaggi.
È arrivato il momento di spegnere la tv e non leggere più i giornaletti della propaganda ma nemmeno di dargli importanza o attenzione: abbiamo altro di cui occuparci.

Se costretti e nel momento in cui ci verranno tolti determinati servizi e diritti, ritengo opportuno anche prendere in considerazione un eventuale sciopero fiscale. Siamo una minoranza no? E allora non avranno problemi ad andare avanti senza di noi. E noi non avremo problemi ad andare avanti senza loro.

È il momento di chiudere la porta con tutto quello che ci tiene in catene. Ricordate che spesso chiusa una porta si apre un portone! In molti hanno già intrapreso questo cambiamento, sono già partiti da tempo e possono confermarlo. Altri arriveranno più avanti, quando si renderanno conto di esser stati presi in giro. Ognuno ha il suo tempo e va rispettato.

Lo so, molti di voi sono ancora timorosi, preoccupati, apprensivi ed è normale. Ma qual è l’alternativa? Continuare ad obbedire come automi nell’attesa che cambi qualcosa? Che tutto torni come prima? Qualcuno di voi veramente crede ancora che si tornerà alla vita di qualche anno fa? E se anche dovesse essere… siete sicuri che fosse una vita alla vostra all’altezza?

È arrivato il momento di costruire un nuovo mondo, una nuova società, un nuovo sistema.
Oppure di accettare serenamente la vostra nuova vita da marionette.

p.s. Usiamo i social per fare rete, coordinarci, organizzarci. Soprattutto a livello locale. Un passo alla volta, insieme.

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