Ci siamo. Il 25 agosto entra in vigore il Digital Service Act, ovvero un nuovo regolamento dell’Unione Europea per migliorare la vita digitale dei cittadini. Motori di ricerca e social, dovranno tutelare i diritti e la privacy degli utenti nonché contrastare la diffusione di contenuti illegali online. Le piattaforme saranno dunque costrette ad operare con maggiore trasparenza e responsabilità e il tutto garantirà ai consumatori un maggiore controllo sulla loro vita online. Palle!
Si tratta dell’ennesima stretta sulla libertà di parola e pensiero, di nuove misure per aumentare ulteriormente il controllo dell’informazione e per imporre, ancora una volta, quel pensiero unico che l’establishment cala dall’alto grazie ai mass media e ora anche attraverso i social.
Già perché in tutto questo le varie piattaforme andranno incontro a multe salatissime se non limiteranno la diffusione della disinformazione.
E chi dovrebbe stabilire qual è la verità? No perché in Italia, ad esempio, Facebook ha delegato la cosa a Enrico Mentana e company, uno che ha mandato in onda in diretta televisiva uno spezzone di film hollywoodiano spacciandolo per vero. Sono questi che garantiranno un’informazione più trasparente e responsabile?
Verranno sanzionati anche messaggi e contenuti legati a possibili rivolte e manifestazioni non autorizzate. Certo, ma sempre per il nostro bene sia chiaro! Beato chi ci crede.
La censura non funziona, non ha mai funzionato né mai funzionerà. Per quanto mi riguarda, continuerò a dire quello che penso e a battermi per un’informazione più libera, imparziale e indipendente.
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