Abbiamo la malsana convinzione che senza social ormai non si possa vivere. O magari non lo pensiamo ma poi di fatto ne siamo schiavi e succubi. Dobbiamo dire la nostra su tutto, prender posizione ad ogni costo con un like o un commento adirato, o almeno usarli per “informarci” su quello che succede nel mondo (perché farsi gli affari degli altri suona brutto) o restare in contatto con le persone a noi care (come se non ci fosse altro modo).
In realtà ne abusiamo tutti senza rendercene conto e io ho sempre più l’impressione che non siamo noi ad utilizzare loro ma sono loro a utilizzare noi.
Rientro dopo due settimane di “digital detox” e devo ammettere che è un rientro un po’ forzato. Non mi va di giustificarmi con la classica minchiata del “ma io li uso per lavoro”. Certo, nel mio caso è vero, ma nessuno mi obbliga, l’ho scelto e lo scelgo io, quindi nemmeno io sono esente da questa “gabbia virtuale”.
Nelle ultime due settimane ho avuto più tempo per leggere, per pensare, per immaginare, per parlare ed ascoltare. Ho avuto più tempo per vivere.
Ma la cosa che ho notato maggiormente al mio “rientro”, scrollando la bacheca e leggendo qualche post, è stato un enorme caos, tanta tanta confusione che avevo del tutto dimenticato (perché evidentemente ne avevo fatto l’abitudine). Una confusione che dallo schermo dei nostri telefoni, tablet e pc entra inevitabilmente nelle nostre menti, ogni santo giorno. Inquinandoci.
Inutile girarci intorno, sta roba fa male. Meno la si usa meglio è.
E lo dico contro i miei interessi, visto che come scritto sopra io i social li uso soprattutto per lavoro (…forse è per questo che influencer, opinionisti, giornalisti e personaggi pubblici di ogni sorta non affrontano mai l’argomento: più siete connessi e più interagite, più fa comodo a tutti).
Io per il momento ho deciso che ridurrò il mio tempo e la mia presenza sul web. Così come la creazione di contenuti virtuali. Prediligerò gli eventi dal vivo e altre forme di comunicazione. Infine farò più spesso periodi offline. Sento che è la cosa giusta da fare e mi sento anche di consigliarvela.