Possiamo continuare le nostre vite facendo finta che vada tutto bene, che sia tornata la tanto agognata normalità, che finalmente, dopo anni di realtà distopica, ora finalmente ne siamo fuori. D’altronde sono in molti, la maggior parte, ad aver ripreso la propria routine come se nulla fosse e quegli ultimi rimasugli di “misure contenitive” (come le museruole) ormai fanno parte dell’abitudine, a tanti non danno neanche più fastidio e infatti continuano a tenerle anche dove non più obbligatorio.
Oppure, indipendentemente dalla nostra situazione personale e dalla categoria alla quale apparteniamo, che ci garantisce più o meno diritti e/o doveri di altre categorie in base a fasce di età o professioni o numero di punturine, possiamo provare a fermarci un attimo e guardarci intorno, provando ad analizzare con lucidità quello che sta succedendo.
Da ieri è finito lo stato di emergenza e con esso, per logica, avrebbero dovuto cessare TUTTE quelle misure introdotte per far fronte all’emergenza. Giusto? Ma così non è. E ci troviamo ancora ad utilizzare un lasciapassare per poter partecipare alla vita sociale. Chi non ne è in possesso deve ancora farsi dei tamponi per poter lavorare. Decine di migliaia di ragazzi e ragazze non possono ancora svolgere il loro sport preferito. E un tot di insegnanti sono stati relegati a sguatteri nelle loro scuole, per punirli e privarli ulteriormente della loro dignità: “che lavorino, quei maledetti dissidenti, ma alla larga dai nostri figli!”.
Nel frattempo è arrivata una nuova emergenza, la guerra alle porte dell’Europa. E allora avanti di nuovi sacrifici, perché in barba alla volontà popolare dei sudditi, in barba alla Costituzione, in barba al Parlamento (il voto di fiducia ormai è prassi), in barba al buon senso, ai piani alti si è deciso di spendere miliardi di euro in armi ed eserciti, piuttosto che in sanità, istruzione, servizi, infrastrutture, occupazione o semplicemente sussidi per far fronte ai prezzi deliranti delle materie prime.
Armi ed eserciti, in nome della pace e della democrazia. Rendiamoci conto!
E sia chiaro a tutti, di nuove emergenze il domani ne è pieno. Prepariamoci dunque a nuovi sacrifici, nuove limitazioni, nuovi “stringiamo i denti ancora due settimane”.
Ora, possiamo continuare le nostre vite facendo finta che vada tutto bene, che non ci riguardi. Oppure, indipendentemente dal nostro orticello, alzare la testa e iniziare a ribellarci, a dire “basta”, a non accettare più tutto questo schifo. Fino a creare una nuova resistenza se necessario, fino a smetterla di pagare le tasse se necessario, fino a disobbedire a qualsiasi loro diktat se necessario, fino a mandarli via a calci nel sedere, SE NECESSARIO.
Perché signori miei, questi ci pisciano in testa e ci dicono che piove. E continueranno a farlo finché NOI glielo lasceremo fare!