Il mio ultimo video (ancora visibile su Facebook e disponibile da ora anche su DailyMotion) dal titolo “Emergenza pandemia? No, è la nuova normalità!” è stato rimosso oggi da YouTube, in quanto avrebbe violato le norme della community.
Nell’immagine la comunicazione che ho ricevuto questa mattina. Naturalmente non è mi stata indicata quale sarebbe la norma che avrei violato.

Ora, a me poco interessa se mi cancellano un video però qui la questione è molto più ampia e molto più seria: vi invito a guardare (o riguardare se l’avete già visto) il video in questione. Potete farlo in tutta calma. Ascoltate bene le parole, analizzatele e poi valutate, con la massima oggettività possibile, se sia un video che nel 2020 in Italia, meriti la censura.
Indipendentemente dai punti di vista che ognuno di noi può avere, dalle proprie idee e ideologie, dagli schieramenti politici e le convinzioni personali… non dovremmo vivere in un’epoca e in un luogo nei quali vige la libertà di parola e pensiero?
Tali diritti ci dovrebbero essere garantiti addirittura dalla nostra Costituzione, così come riportato nell’Articolo 21 della stessa: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” (La stampa, figuriamoci il web, dove ogni parola scritta o detta può essere cancellata o modificata, a differenza della prima).
Ora, com’è possibile che un’azienda privata (e americana) possa operare liberamente sul nostro territorio non rispettando la nostra Costituzione? Solo perché privata può fare quello che vuole? Ci va bene così?
E in tutto questo, dov’è l’Ordine dei giornalisti che dovrebbe tutelare il lavoro della nostra categoria? A cosa diavolo serve se non interviene nemmeno in questi casi?

Quest’anno l’Italia è al 41° posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo, dietro al Ghana, il Costa Rica e il Burkina Faso (giusto per citarne qualcuno). Al quarantaduesimo c’è la Corea del Sud (tanto per farvi un’idea).
E in tutto questo continuiamo a ripeterci che viviamo in una democrazia? Ma veramente ci credete ancora? Beati voi.

Questo il ricorso che ho presentato: “Buongiorno, ho esaminato i contenuti del video rimosso e preso visione delle Norme della community di YouTube: non mi risulta di aver violato alcuna norma. Il mio video non contiene nudità né alcun contenuto di carattere sessuale; non ha contenuti pericolosi, né violenti, né che incitano all’odio; non ha contenuti molesti, né spam; non contiene minacce, né truffe di alcun tipo; non viola la privacy né il copyright e non contiene linguaggio volgare. Sono un giornalista regolarmente iscritto all’albo (della regione Veneto) e nel mio video riporto una serie di notizie (indicate tutte nella descrizione) sviluppando semplicemente delle riflessioni, con linguaggio civile ed educato. Per tanto richiedo il ripristino o che mi indichiate quale norma precisa avrei violato. Grazie e buon lavoro.”

Se di tutto questo non ve ne frega niente e magari siete anche compiaciuti pensando “finalmente gli hanno tappato la bocca, ben gli sta!”, tenete presente un paio di cose:
1) siete dei fascisti, prendetene atto;
2) oggi è toccata a me, domani potrebbe toccare a voi;
3) smettetela di sbandierare sui social citazioni d’effetto tipo “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”;
4) la censura è il miglior modo per dare ulteriore risalto a un messaggio che si voleva invece cancellare;
5) a me non tapperanno mai la bocca: finché sarò vivo, continuerò a dire quello che penso e più proveranno ad ostacolarmi in questo, più alzerò la voce.

Un abbraccio a chi è al mio fianco.