In questi giorni dalle mie parti (nel Bellunese) e non solo, si sta discutendo molto dell’ultimo spot della Tim, girato a Tai di Cadore, a cui per caso ho preso parte anch’io come comparsa. E’ nata una polemica sulla battuta di De Sica, in cui cita la Val Gardena invece del nostro amato Cadore. Alcuni politici locali si sono lamentati e chiedono addirittura alla Tim di cambiare la battuta dello spot. Trovo assurda questa polemica e spiego il perchè in una breve intervista per il Corriere delle Alpi (pubblicata parzialmente alcuni giorni fa):
“E’ inutile che i politici locali si preoccupino del Cadore e del turismo solo nei casi dove il nome del territorio viene ignorato o trattato male”, afferma Matteo Gracis, uno dei collaboratori dell’azienda che ha girato lo spot di Belen e De Sica a Tai di Cadore ed anche titolare del sito internet “nuovocadore.it”.
“Il loro impegno nei confronti del Cadore, aggiunge, non è sufficente: abbiamo perso la nostra immagine migliore ed ora ci stupiamo se altri ci hanno superato e sono più famosi di noi.”
– Cosa fare allora?
“Innanzitutto lavorare tutti insieme, unificando in un’unica realtà il Cadore. Nello spot si parla della Val Gardena, e non di un paese di quella valle. Finchè i cadorini non riusciranno ad unificare i loro sforzi, i loro obiettivi e i loro progetti, sarà inutile reclamare se una pubblicità ci tratta male o ci ignora. Non è più possibile che Calalzo faccia da solo e separato da Pieve, che Valle abbia dei progetti turistici differenti da quelli di Pieve degli altri comuni, eccetera. Non sarà certo il consorzio delle Pro Loco che risolverà questo problema, perchè quì si tratta dell’immagine a livello nazionale e internazionale. Ciò che è successo in questi giorni è solo un esempio della nostra debolezza. Per cambiare la situazione è anche necessario che le amministrazioni comunali diano un maggior spazio ai giovani che sono portatori di idee nuove.”
– Ma allora è stato uno schiaffo anche per Cortina che è stata giudicata meno attrattiva della Val Gardena?
“Si il discorso vale anche per Cortina. Quanto è successo dimostra che anche questa località non è più attrattiva come nel passato”.
– Perchè afferma questo?
”La società Tim che ha commissionato lo spot, ha pagato fior di quattrini per noleggiare il pattinaggio, quindi non sono certo obbligati a citare il Cadore nel loro spot. Oltretutto le persone che vorrebbero fare un’azione per far modificare lo spot, stiano bene attenti, perchè una prossima volta la produzione potrebbe scegliere Dobbiaco, dove esiste uno stadio del ghiaccio simile. L’arrivo della produzione a Pieve, con il denaro che ha lasciato, penso sia stata una boccata di ossigeno per l’economia di Tai e per lo stesso comune. Un fatto che, se non ci sono problemi, considerato che si sono trovati bene, potrebbe ripetersi.” (V.D.)
> Se ne discute sul forum di www.nuovocadore.it