Da alcuni giorni, in vari comuni del Bellunese (Veneto), sono apparsi dei manifesti e una vela molto particolari, impossibili da non notare. Di norma tali spazi sono dedicati ad annunci e promozioni commerciali, ma in questo caso si tratta di qualcosa di diverso.
La scritta infatti che appare a caratteri cubitali è la seguente: “BASTA DISINFORMAZIONE. BASTA TERRORISMO MEDIATICO.”

Si tratta di un’iniziativa realizzata dal fondo NoBufale.it (qui dettagli e foto) e qualcuno si chiederà “ma perché proprio in questa zona?”.

Qui da diversi mesi è in corso una vera e propria caccia alle streghe nei confronti di tutti coloro che hanno messo in discussione o semplicemente hanno sollevato dubbi, sulle misure restrittive adottate dal governo. Più che in altre località.
Lo so bene perché qui ci sono nato e ci vivo ancora un tot di mesi l’anno.
Vi basti sapere che nel mio paesino di montagna, svariate persone hanno addirittura tolto il saluto ai miei genitori, in quanto colpevoli di essere i miei genitori.
Le mie posizioni sono naturalmente cosa nota a tutti, tanto più in una comunità minuscola come questa e per alcuni compaesani sono un eretico della peggior specie.
D’altronde si sa: “Paese piccolo, la gente mormora”. Proverbio vero in parte. Ho sempre creduto più che “La gente piccola mormora, quella grande tace.” (cit. Danti)

Ora, non c’è da preoccuparsi per i miei genitori, hanno le spalle larghe e sono abituati, ma soprattutto hanno anche il piacere viceversa, di incontrare di tanto in tanto qualche sconosciuto che ammette di essere un mio fan sfegatato e allora “la prego signora mi saluti tanto suo figlio e gli dica che è un grande, che lo ascoltiamo sempre, che non si fermi…”. Fa tutto parte del gioco e va bene così.

Ma qui, per tornare sul pezzo, la stampa locale da oltre un anno porta avanti un’inaccettabile campagna di terrorismo mediatico, pubblicando – come abbiamo del resto già dimostrato – anche notizie false e strumentalizzate.

La stessa stampa si è inoltre accanita contro quegli infermieri e operatori socio sanitari – divenuti poi noti anche a livello nazionale – che hanno legittimamente rifiutato l’imposizione al vaccino.

E non è tutto, perché i quotidiani e siti web locali hanno anche denigrato in più occasioni i centinaia di manifestanti degli eventi “No Paura Day” andati in scena in due occasioni in Piazza dei Martiri nel capoluogo di provincia.

Per questi motivi, abbiamo deciso di mettere in atto una controffensiva mediatica attraverso una campagna sul territorio e non ci fermeremo qui. Anzi, continueremo ad alzare il tiro: ad ogni affronto, sopruso e vessazione risponderemo con ancora più energia, entusiasmo e determinazione.
E ci potete giurare, come dicono in Val Susa: “A sarà düra!