I fatti in breve
Un utente anonimo inserisce un commento sul forum di NuovoCadore.it (sito di mia proprietà).
All’interno del commento è presente una critica politica all’ex deputato di Forza Italia e avvocato Maurizio Paniz.
Ricevo dallo studio legale di Paniz una richiesta di rimozione del commento in questione.
Accolgo in parte la richiesta modificando il commento e omettendo completamente la parte ipoteticamente diffamatoria.
Ciò nonostante, ricevo una denuncia per diffamazione e vengo condannato in primo grado.
Mi trovo dunque accusato (e condannato) di diffamazione anche se:
1) il commento non l’ho scritto io
2) sono intervenuto come richiesto per moderare il commento
3) l’eventuale reato non sussiste più dal momento che il commento è già stato modificato
Per dirla in parole povere è come se chiunque di voi scrivesse sul proprio diario Facebook una critica o anche un insulto nei confronti di un’altra persona e ad essere responsabile di ciò non sareste voi bensì Mark Zuckemberg, proprietario del social network. Capite la follia?!
Segnalo l’articolo del Punto Informatico sul caso in questione (grazie Claudio Tamburrino). Segnalo articolo uscito sul sito de L’ESPRESSO (grazie Guido Scorza). Segnalo articolo e video usciti sul ByoBlu.com (grazie Claudio Messora).
AGGIORNAMENTO: udienza rimandata al 7 aprile 2015
AGGIORNAMENTO: seconda udienza 19 ottobre 2015
AGGIORNAMENTO: oggi, 12 novembre 2015, sono stato giudicato colpevole di diffamazione dal Tribunale di Belluno. Non la comprendo ma accetto molto serenamente questa sentenza. So di essere nel giusto e farò valere i miei diritti per dimostrarlo. Ci si vede in appello e poi se serve in cassazione, sempre comunque, a testa alta. MOTIVAZIONI SENTENZA (pdf).
AGGIORNAMENTO: La CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO ha assolto i proprietari di un sito web ungherese all’interno del quale era stato inserito un commento diffamatorio da parte di un utente. I giudici hanno accolto la richiesta degli avvocati secondo cui condannare i proprietari del sito “avrebbe avuto gravi conseguenze negative per la libertà di espressione e l’apertura democratica nell’era di internet”.
AGGIORNAMENTO: oggi, 12 marzo 2019, i reati si sono prescritti, essendo trascorso il termine massimo di anni sette e mesi sei dalla consumazione e considerati i periodi di sospensione.
AGGIORNAMENTO: oggi, 8 novembre 2022, dichiaro di rinunciare alla prescrizione, con contestuale richiesta di pronuncia nel merito.
AGGIORNAMENTO: oggi, 18 novembre 2022, vengo assolto in appello dal Tribunale di Venezia. MOTIVAZIONI SENTENZA (pdf).
Grazie all’Avv. Carlo Alberto Zaina per avermi assistito in questa battaglia.
Schiena dritta, testa alta e avanti tutta, che per ogni Golia c’è sempre un Davide.