Black out. E’ tutto fermo. Tutto spento.
Vento e pioggia hanno messo fuori gioco un’intera provincia, quella di Belluno, da dove sto scrivendo ora.
Alberi caduti, a centinaia. Case scoperchiate e tetti accartocciati. Strade franate. Fango ovunque.

120mila persone senza corrente, quindi senza luce, molte senza riscaldamento, senza benzina, senza acqua calda, senza cellulari e senza internet.
Chi ha modo di scaldarsi lo fa con le stufe a legna. Chi ha modo di comunicare lo fa con i telefoni fissi. La sera, le poche luci che si intravedono dalle finestre, sono quelle di qualche candela accesa. La vecchia tecnologia che batte a mani basse la nuova.
La convinzione di vivere nel futuro, sparita nell’arco di qualche ora. Quelli meno in difficoltà in questo momento sono coloro che in qualche modo vivono nel passato. Curioso. Ma è proprio così.

A breve tutto tornerà come prima e ci si preoccuperà solo di far ripartire tutto, di riaccendere luci, telefoni, caldaie e internet.
Per tornare a sentirsi nel futuro, al sicuro, dove non manca nulla. O forse tutto.